Roma, 21 febbraio 2019
A quasi due mesi dal debutto della fattura elettronica l’Amministrazione finanziaria non sembra avere consapevolezza delle gravi criticità persistenti, che dovrebbero indurre a rivedere il sistema nel suo complesso, anziché cercare di rappresentare, con una lettura distorta di dati e statistiche, una situazione che non corrisponde affatto a quella reale.
Con il comunicato del 19 febbraio, l’Agenzia delle Entrate ha reso noti i dati aggiornati relativi alla fattura elettronica: sono 228 milioni le fatture inviate da parte di oltre 2,3 milioni di contribuenti; la media degli invii dunque, nel periodo dal 1 gennaio al 18 febbraio, è di 2 fatture al giorno per contribuente, dato non certamente in linea con i volumi che il sistema economico nazionale dovrebbe, a nostro parere, far registrare.
I dati diffusi a livello geografico fotografano una situazione disomogenea, considerato che a fronte della Lombardia che guida la classifica con 81 milioni di fatture, ci sono regioni i cui numeri sono completamente diversi. La platea dei soggetti obbligati alla fatturazione elettronica è di oltre 4 milioni, ci sono pertanto circa 2 milioni i contribuenti che continuano a restare fuori dalle nuove procedure e praticamente non fatturano, evidentemente però questo non è un fatto considerato rilevante.
Sicuramente il confronto con dati del 2018 aiuterebbe a comprendere l’andamento effettivo del nuovo sistema: quante sono state le fatture emesse nello stesso periodo del 2018? Qual è l’ammontare dell’iva versata a febbraio del 2018 per le liquidazioni iva di gennaio rispetto all’iva versata per lo stesso periodo del 2019?
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